giovedì 27 gennaio 2011

Riccardo non avrà più l'immunità. Ed è sua la foto del momento di internet.


La foto del momento è assolutamente questa creata da dei fan del hacker Riccardo Belcastro:
Dentro vi è scritto: "Belcastro Riccardo l'hacker che ha scioccato Wikipedia. Ha 100 fan club nel mondo.
Aiutalo a non finire sotto accusa".
Forse non sapevate che tutti pensavano che Riccardo avesse chiuso qui ma è stato dichiarato che la HACKER'S NOT A CRIME non pagherà più nessuna causa e che non sono più responsabili dei danni sul web e oltre del ragazzo. Quindi il ragazzo potrebbe trovarsi l'Interpolice all'uscio della porta.
Riccardo potrà fondare una suo gruppo hacker.



                                                            

martedì 25 gennaio 2011

Antitrust: Google non fa abuso di posizione dominante


Le attività di aggregazione e di pubblicità online sui contenuti svolte da  non sono né commercialmente scorrette e né poco chiare. E’ quanto sancisce l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (), che archivia così la sua lunga indagine verso il colosso di Moutain View, accusato dalla Federazione Italiana degli Editori di Giornali (Fieg) di abuso di posizione dominante.
Da parte sua, Google accetta di rispettare per un periodo di almeno 3 anni gli impegni presi verso l’Antitrust italiano: in particolare, gli editori di tali contenuti online otterranno maggior peso decisionale nel far pubblicare o meno certi argomenti su Google News, mentre invece, per quanto riguarda il sistema di pubblicità online di Adsense, Google dovrà rendere note agli editori le quote di ripartizione dei ricavi.

Wikicrack o Riccardo Belcastro diventa simbolo di Hacker! Ma intanto intimidisce youtube.

Il ragazzo che aveva fatto un vero casino su Wikipedia, salvato dal pagamento della HACKER'S NOT A CRIME è diventato un eroe globale degli hacker aprendo l'a5 di Wikipedia a qualsiasi attacco hacker facendo addirittura sparire delle pagine di Wikipedia. Forse fra qualche anno qualche hacker metterà la sua foto in stanza propria e per questo metteremo una foto trovata su internet del ragazzo, sarà in fondo all'articolo di oggi.Da Notare la scritta in basso dove vi è scritto in inglese:""Io attaccherò  tu e tu finirai male se mi attaccherai-Riccardo Belcastro Hacker-Riccardo Belcastro's Fan Club".
Il ragazzo, di nome Riccardo ha inviato un intimidazione a Youtube, un piccolo virus capace di criptare 2 video scelti. Il virus può essere annientato dopo pochi giorni.

martedì 14 dicembre 2010

Lamer Wikipedia tutto finito! Ragazzo 13enne ricercato dall?INTERPOL.

International Criminal Police Organization
La HACKER'S NOT A CRIME non è riuscita nell'intento di salvare ilo Lamer dall'Interpol.
Walees ha dichiarato:<<è un pericolo pubblico e bisogna punirlo, non mi interessa quanti anni ha ma mi interessa solo che adesso il mio sito è in grave pericolo e per questo bisogna prendere seri provvedimenti>>Nient'altro da dichiarare oltre che il ragazzo conoscerà il riformatorio.Non siamo autorizzati ma il nome del lamer è Riccardo Belcastro di Cosenza.Tutto qui è l'articolo che potevo scrivere su questo ragazzo-genio.Buona Fortuna Riccardo!

domenica 12 dicembre 2010

Trovato Hacker Wikipedia anzi Lamer!!

Ebbene si!Si pensava che ad attaccare Wikipedia fosse stato attaccato da un hacker super che vorrebbe scatenare una guerra nucleare ma invece è stato segnalato che l'IP è 79.33.118.220  e poi è stato scoperto che lui fa parte della HACKER'S NOT A CRIME la più grande accademia informatica che alleva i ragazzi a diventare hacker. Dopo è stato comunicato che lui è un Lamer di 96° livello su 100 e che deve essere ancora dichiarato come un lamer.Il ragazzo è sotto accusa per aver attaccato pagine dette sacre dal sito colpito che per colpa del lamer (il nome in codice deve rimanere sotto censura) adesso permetterà ad hacker di alto livello di fare una cosa da ragazzini di 10 anni. Nella HACKER'S NOT A CRIME lo farà avanzare massimo di 2 livelli essendo stato nella HACKER'S NOT A CRIME per 1 anno ma non mi hanno trattenuto sapendo che io volevo solo scoprire i segreti dell'accademia pirata. 
Wales non vuole azzardarsi ad avere niente a che fare con quella accademia e che non vuole denunciare nessuno.Ma il lamer è stato censurato da wikipedia per 2 mesi in attesa di una decisione.


  

lunedì 6 dicembre 2010

Super-hacker col Pentagono contro Wikileaks


ROMA - Hacker contro hacker: Julian Assange trova sulla sua strada un avversario temibile. Si tratta del leggendario "Mudge", al secolo Peter Zatko, schierato in campo dal Pentagono per fermare la fuga di notizie riservate dagli archivi statunitensi, come quelle organizzate da Wikileaks. "E' un tipo molto brillante", ha detto di lui Assange, rispondendo a una domanda di Andy Greenberg, che lo ha intervistato per conto di Forbes: l'australiano ha poi rifiutato di commentare il fatto che il 'rivale' lavora nell'Advanced Research Projects del Pentagono per sviluppare una tecnologia che impedisca la fuga di notizie. Di fatto una tecnologia contro Wikileaks. "Mudge", 40 anni americano, è uno dei membri storici del gruppo L0pht, fondato a Boston nel 1992.
"Possiamo spegnere tutto il web mondiale in 30 minuti", dissero i sette componenti storici del gruppo in una audizione del Congresso americano nel 1998. Quello che a tutt'oggi è considerato uno dei principali "hacker think-tank" mondiali, ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo del movimento "hacktivism", ispirato alla creazione di tecnologie contro la censura e per la promozione dei diritti umani su internet. Nel 2000 la svolta: Mudge, additato come l'autore di numerosi 'DDos (distributed denial-of-service) attack' viene invitato a partecipare a un incontro sulla sicurezza telematica alla presenza del presidente Bill Clinton. I media, all'epoca, titolarono "Clinton combatte gli hacker con un superhacker". Poi Mudge scompare per qualche anno, e riappare nel 2004 come esperto di informatica "al servizio delle istituzioni". Oggi figura nello staff del Darpa - Defense Advanced Research Projects Agency - del Pentagono la cui missione, spiega il sito, é quella di "mantenere la superiorità tecnologica militare degli Usa per prevenire" attacchi alla sicurezza nazionale.
"Creiamo 'sorprese' tecnologiche per i nostri avversari", recita uno slogan del Dipartimento fondato nel 1958. E non c'é solo Mudge sulle tracce di Assange: molti avversari americani di Assange hanno tirato un sospiro di sollievo domenica scorsa, alle 17 italiane in punto. I responsabili di Wikileaks sono stati costretti ad ammettere che "Jester" (giullare), aveva di fatto oscurato il sito a poche ore dalla pubblicazione dei file del Dipartimento di Stato con un attacco DDos. Si autodefinisce "un criminale informatico buono, che si batte a favore del bene", è "un ex militare di un plotone piuttosto famoso, di un Paese volutamente non specificato".
The Jester, l'hacker militante che ha bloccato Wikileaks per conto degli Usa.



u Internet tra i tecno-esperti è già una celebrità, ma nessuno l’ha visto. Non si sa che faccia abbia né come si chiami per davvero. L’unica sua foto è quella del Jolly sul suo profilo Twitter: si chiama “The Jester”, il Buffone, e a quanto pare è l’hacker che ha bloccato Wikileaks nel giorno in cui tutto il mondo cercava di accedere ai documenti segreti pubblicati sul sito fondato da  Julian Assange.
Il primo a vantarsi del gesto è stato lui stesso, The Jester, che nel suo blog ha spiegato nel dettaglio come ha fatto: utilizzando il classico attacco distribuito di “accesso negato” (denial of service) ma con un software particolare messo a punto solo da lui (“XerXes DoS”). La conferma che si tratti proprio di lui arriva da esperti di sicurezza informatica che lo conoscono e seguono le sue gesta da anni. Infatti è noto per aver abbattuto diversi siti della Jihad islamica, oltre a quello di Ahmadinejad in persona.
Gli hacker sono così: non riescono a fare a meno di vantarsi della loro bravura a penetrare i sistemi informatici, e alla fine fanno addirittura amicizia con chi li tiene d’occhio. Un classico di  “guardie e ladri”. Ma questo è un pirata un po’ diverso dagli altri: si autodefinisce “hacktivist”, cioè un hacker militante. Perché è “patriottico” e si è posto l’obiettivo di difendere gli Usa dagli attacchi che arrivano via Internet da tutto il mondo.
“TANGO DOWN” ha scritto a caratteri cubitali su Twitter nel giorno dell’attacco a Wikileaks. E’ il suo motto, lo stesso che usano i militari per indicare che un nemico è stato eliminato in uno scontro a fuoco. Sono tre i suoi messaggi sul social network che non permette frasi più lunghe di 140 caratteri: “www.wikileaks.org  - TANGO DOWN - per aver tentato di metterw in pericolo le vite delle nostre truppe, “altre cose” & relazioni diplomatiche #wikileaks #fail”. Poi: “Se fossi una “fonte” di Wikileaks in questo momento mi innervosirei, se non sanno proteggere
il loro stesso sito, come fanno a proteggere una fonte?”. E poi una seconda versione del primo messaggio, con l’aggiunta di una promessa: “Per sempre”.
Sul suo blog, The Jester – che secondo gli esperti di cyber sicurezza è sicuramente un cittadino americano - si descrive come un “hacktivist for good”, cioè “buono”, che nel modo tutto suo di pensare secondo lui vuol dire “uno che ostruisce le linee di comunicazione per terroristi, simpatizzanti, mediatori, facilitatori, regimi oppressivi e altri cattivi”. Su YouTube ci sono dei video di suoi fans, linkati ovviamente nel suo blog, in cui si sostiene che “Jester è un ex militare – anche se non si specifica di che genere – che ha passato tanto tempo in Medio Oriente a combattere il terrorismo”. Lo ringraziano: “Grazie Jester stai rendendo un servizio a Obama”, “dovrebbero essercene di più come te nel mondo”. Ha anche tanti detrattori, dalla parte di Wikileaks, che su Twitter scrivono:  “#Wikileaks è la sola cosa che ci impedisce di vivere in un regime fascista, le uniche persone che ha danneggiato sono i politici
corrotti”.

E c’è chi specula che sia pagato dalla Cia o dall’Fbi. Tanto che, forse per confonderli, l’altro ieri The Jester ha dichiarato di essere stato vittima di un impostore online che si è
appropriato della sua identità per aprire una raccolta fondi online e incassare sulla sua celebrità. In effetti un altro “The Jester” è comparso all’improvviso per denunciare di aver subito un raid da parte della polizia, che gli avrebbe sequestrato il computer e messo la casa
sottosopra, e chiedere un contributo per le spese processuali. Ma secondo gli esperti di cyber sicurezza alla fine i due Buffoni sono la stessa persona.

TRE DOMANDE A
Michael Menefee, fondatore di Infosec Island, esperto di sicurezza informatica

1)
The Jester lavora in proprio o potrebbe essere manovrato?

Credo davvero che operi per proprio conto. Ma lui è responsabile solo
del primo attacco al sito di Wikileaks. Ce n’è stato un secondo che
non sappiamo ancora di chi sia stato, ma sappiamo che non era The
Jester.
2)
Come mai Wikileaks è così vulnerabile?

La stragrande maggioranza dei siti mondiali crolla di fronte a un
attacco “dDoS” (distributed denial of service), cioè quando il Web
server su cui poggia è così bombardato di richieste di contatto da non
riuscire a servire contenuti validi.

3)
Come giudica lo scandalo internazionale scoppiato per il “Cablegate”
innescato da Wikileaks?

E’ molto significativo dal punto di vista della sicurezza informatica:
se il governo americano e le grandi aziende non sanno proteggere in
modo efficace i propri dati, l’impatto si fa sentire a tutti i
livelli, dalla competitività aziendale alla sicurezza nazionale.