lunedì 6 dicembre 2010


L'Ue avvia inchiesta su Google
"Abuso di posizione dominante"


L'indagine dell'Antitrust partita dalle denunce presentate da alcuni motori concorrenti. Che, secondo le accuse, sarebbero penalizzati nei risultati delle ricerche sia gratuite che a pagamento. Mountain View: "Pronti a collaborare"

BRUXELLES - Google finisce nel mirino dell'Antitrust dell'Unione europea. L'organo europeo di controllo sulla concorrenza ha deciso di aprire un'inchiesta formale per verificare se il sito internet più cliccato del mondo abbia violato le regole in vigore nel Vecchio continente. L'accusa è "abuso di posizione dominante nel settore dei motori di ricerca".

Il tutto scatta a seguito di istanze presentate a Bruxelles da parte di gruppi rivali, a cominciare da Microsoft che si è mossa tramite la controllata Ciao, portale rilevato nel 2008 e che aveva sollevato critiche alle pratiche commerciali di Google. Accuse erano giunte da altri due operatori, ma su settori più di nicchia, un sito francese di documenti giudiziari (ejustice.fr) e un portale britannico di paragoni sui prezzi (Foundem). Già lo scorso febbraio la commissione europea aveva riferito che avrebbe esaminato queste lamentele, mentre negli anni scorsi su diverse vicende ha comminato multe antitrust, anche pesati a Microsoft e Intel, sempre per abuso di posizioni dominante.

Il gruppo di Mountain View viene accusato di aver penalizzato i concorrenti nei risultati delle ricerche gratuite, e nelle pubblicità da parte di terzi che si evidenziano in alto e a destra nella pagine dei risultati, i cosiddetti link sponsorizzati. Le accuse sostengono inoltre che Google favorirebbe i suoi stessi servizi. L'apertura di questa procedura, però, avverte la Commissione, non implica che Bruxelles abbia le prove dell'esistenza di un'infrazione alla normativa Ue in materia di concorrenza, ma solo che i servizi del commissario responsabile Joaquin Almunia condurranno un'inchiesta "approfondita" sul caso, e "in modo prioritario".

In particolare, adesso l'Antitrust dovrà indagare se Google ha abusato della sua posizione dominante per "abbassare nei suoi risultati la posizione dei servizi concorrenti specializzati nel fornire agli utenti alcune tipologie di contenuti specifici quali i siti di comparazione dei prezzi, e di privilegiare i propri servizi equivalenti dando loro una posizione privilegiata in modo da escludere i concorrenti", si legge nel documento della Commissione. Secondo le accuse, ancora, Google avrebbe "abbassato il punteggio di qualità dei servizi di ricerca concorrenti nei risultati delle ricerche a pagamento". Il punteggio di qualità ("Quality score") è infatti uno dei fattori che determina il prezzo per piazzare una pubblicità su Google.

Altro capitolo dell'inchiesta di Bruxelles, le clausole di esclusività che il gigante della ricerca online imporrebbe ai partner pubblicitari, vietando loro di esporre certi tipi di pubblicità forniti dai motori di ricerca concorrenti, così come ai produttori di computer e di software. Infine, i servizi di Almunia dovranno fare chiarezza sull'accusa di "restrizione della trasferibilità delle campagne pubblicitarie online verso piattaforme di pubblicità online concorrenti".

La reazione dei vertici di Mountain View è tutta in un comunicato: "Sin da quando l'azienda è stata creata, ci siamo impegnati per fare la cosa giusta per i nostri utenti e per il nostro settore: abbiamo fatto in modo che la pubblicità fosse sempre chiaramente indicata come tale, abbiamo fatto in modo che gli utenti possano trasferire i propri dati in modo semplice quando decidono di passare ad altri servizi e abbiamo investito pesantemente in progetti open source. Tuttavia, ci sarà sempre spazio di miglioramento e quindi lavoreremo con la Commissione per affrontare le loro preoccupazioni".

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